
Dummy vanities è un dipinto realizzato ad olio su tavola, misura 45 x 72 cm
L’ opera rappresentata è un
manichino-clessidra, un “feticcio” della vanità.
"la vanità effimera...un fantoccio ornato eccessivamente di nastri e perle...possiede un capello eccentrico che,forse troppo grande,sembra coprire i pensieri più cupi,la testa inclinata e lo sguardo congelato sullo spettatore è sostenuta da un corpo che è costretto
a segnare l' inesorabilità del tempo.
Una mano indica dove conviene mettersi per avere la visione "giusta" delle cose...."
"la vanità effimera...un fantoccio ornato eccessivamente di nastri e perle...possiede un capello eccentrico che,forse troppo grande,sembra coprire i pensieri più cupi,la testa inclinata e lo sguardo congelato sullo spettatore è sostenuta da un corpo che è costretto
a segnare l' inesorabilità del tempo.
Una mano indica dove conviene mettersi per avere la visione "giusta" delle cose...."
Lo spettatore ha la possibilità di interagire con l’opera non
solo osservandola frontalmente, ma , ponendosi su un punto preciso al lato destro del dipinto, egli potrà cogliere un immagine ben definita. L’ opera possiede due elementi nascosti il primo di
cui sopra è un teschio, l’altro può essere osservato ponendo al centro della clessidra, il
cilindro o specchio anamorfico, così
facendo, lo spettatore potrà “scoprire” il secondo elemento nascosto,
ovvero,l’ autoritratto dell ‘ autore del dipinto.I due elementi nascosti sono stati realizzati con la tecnica dell' anamorofosi,il termine deriva dal greco ana (all'indietro,intorno,verso) e morphe (forma) sta ad indicare un disegno in cui appare un immagine distorta che osservata obbliquamente o riflessa su uno specchio curvo può essere vista nella sua prospettiva naturale.
1) visione anamorfica
2) visione anamorfica